di Raniero La Valle
Caro Bellavite, caro Roberto Mancini,
carissimi della Parrocchia Romana di Santa Maria ai Monti con l'amico
senatore Luigi Zanda, e Luigi Accattoli, cari amici di Lecce, di Brindisi,
sarei venuto come avevo promesso da voi in quest'ultimo scorcio della
campagna referendaria, se non fossi stato tradito da un dissesto molto
inopportuno delle due camere, questa volta delle due camere cardiache che mi
hanno fatto finire al pronto soccorso Umberto I per uno scompenso cardiaco. Le
due camere fanno tutte e due la stessa cosa, cioè irrorano tutto l'organismo di
sangue fresco e vitale e permettono una vita ordinata, così come con due gambe
si corre. Ciò è quello che succede in natura e dovrebbe succedere anche nella
politica almeno quando la politica si ispiri a una buona filosofia e cerchi di
avvicinarsi, come diceva Aristotele, all'ordine naturale delle cose. Nel mio
caso l'ordine naturale delle due camere cardiache ha fatto venire meno, spero
provvisoriamente, l'equilibrio tra la mia età e il mio lavoro aumentato in
questo periodo a causa del referendum. D'altra parte i valori supremi su cui
come dice una famosa sentenza della Corte si fonda la Costituzione Italiana non
potevano certo consentire che si stesse a centellinare l'impegno per difenderli
dopo che così sconsideratamente sono stati esposti all'abbandono con
grave rischio per la pace, per la democrazia parlamentare, per i
nostri figli e per gli stranieri.